I rischi della contenzione
Ho trovato di notevole interesse le affermazioni fatte da A. Longo2. "...gravi possono essere le conseguenze della contenzione per l’anziano sul piano psicologico e cognitivo. La contenzione infatti genera sentimenti di umiliazione, paura, sconforto, agitazioni tali da potenziare quelle stesse manifestazioni per cui viene utilizzata, aumentando nello staff assistenziale, la convinzione della sua necessità. Col passare del tempo, la protesta dell’anziano per la privazione della libertà si affievolisce, giunge l’esaurimento delle forze, la rassegnazione, l’abbandono alla solitudine, che possono indurre gli operatori a giudicare il paziente maggiormente pericoloso o incapace di intendere". E’ l’esperienza quotidiana che incontro nelle strutture. La fatica nella gestione dei dementi e il fallimento dei metodi assistenziali tradizionali.
Il sistema di assistenza sanitaria che mette il medico o altri fornitori di cure nel ruolo di prendere decisioni di importanza fondamentale sta cambiando. Il movimento verso una maggiore autonomia dell’utente inizia ad essere presente in questo paese, come testimoniano i crescenti riconoscimenti che le decisioni prese da parte del personale di assistenza giocano un ruolo nel mantenimento del senso di ben-essere, la tensione all’onorare i diritti degli ospiti delle case di riposo. La parola autonomia significa etimologicamente governo di sé. Nella pratica ha iniziato a trasmettere "una moltitudine di concetti connessi e sovrapposti: libertà di pensiero e di azione, inviolabilità dell’individuo, libertà degli individui di scegliere tra una pluralità di credi e valori" (Collopy, 1994).
Negli ambienti delle case di riposo gli individui, soprattutto quelli affetti da demenza, si trovano faccia a faccia con altri (staff) che pure scelgono e agiscono. "Perciò pensare all’autonomia ci porta a riflettere su questioni di potere, su coloro che possono supportare o sopprimere l’autonomia, portandovi risorse o restrizioni" (Collopy, 1994)3.
Già nel 1989 si delinearono i fattori predittivi alla contenzione4 ponendo l’attenzione su variabili dell’utente e variabili istituzionali. L’età avanzata, il deficit cognitivo, la fragilità fisica ed il rischio di danni per sé e per gli altri costituiscono spesso gli ingredienti per un’ipotesi di contenzione. Importanti sono pure le pressioni amministrative per non incorrere in implicazioni legali (denuncia per sequestro di persona, abbandono d’incapace, omicidio colposo...), la disponibilità di mezzi di contenzione (non dotare il reparto di strumenti di contenzione spesso porta il persona a gestire diversamente il problema di comportamento dell’utente così pure l’impossibilità a ricorrere alla terapia al bisogno), attitudini dello staff avallate dal responsabile di nucleo o dal capo sala, staff numericamente insufficiente.
"La contenzione fisica della persona anziana appare spesso come antitetica alla definizione stessa di assistenza ed è da considerare pertanto come raramente appropriata nei pazienti affetti da demenza" afferma M. Trabucchi5.