L’antipersonalismo e la teoria del gender
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Lo sviluppo tecnologico e biotecnologico tende la mano ad un universo di sogni che sembra possano diventare realtà senza che si debbano considerare precauzioni o più semplicemente attenzioni alle conseguenze dirette sulle persone o l'ambiente, quindi neppure alle ripercussioni indirette o a lungo termine circa il futuro del pianeta o delle prossime generazioni9. La Butler propone inoltre la necessità di una modifica lessicale ai diversi livelli (giuridico, sociologico, fino al linguaggio comune) affinché le nuove concezioni possano veicolare correttamente una società ed una cultura che si devono adeguare alle nuove categorie. Il mercato, da sempre attento a ciò che gli può creare spazi di espressione, qui trova terreno sicuramente fertile per piazzare prodotti vecchi e nuovi: un mondo di singoli consuma statisticamente (ed evidentemente) di più di un mondo di famiglie10, e la fiorente industria del sesso – che pare non conoscere crisi – trova nei gruppi LGBT11 e nello sconcertante mondo BDSM clienti compiacenti, ma spesso anche persone in difficoltà che necessitano di una presa in carico psicologica12.
L'ideologia del gender trascura quindi volutamente alcuni aspetti fondamentali: le naturali differenze tra i generi (che vanno invece sempre riconosciute), la necessità di valorizzare le dimensioni della dignità, della sfera relazionale e non materiale, tipiche dell'essere maschio e femmina.
Nella sua analisi, il sociologo Pierpaolo Donati evidenzia come un certo tipo di femminismo ha di fatto avuto il merito di aver posto l'accento sull'esigenza di un'analisi più approfondita delle caratteristiche socio-culturali legate al genere (gender studies), ma hanno di fatto prestato il fianco ad “effetti perversi” orientati al misconoscimento della famiglia, all'attenuazione forzata delle differenze di genere – con annessa perdita di identità, all'oblio dell'imprescindibile esigenza di relazione ed interdipendenza tra i generi13.
Ad un'ulteriore analisi si può rilevare che l'ideologia del gender accompagna una prospettiva che si discosta nettamente da quanto la cultura umanistica e cristiana hanno sviluppato e consolidato nel tempo grazie alla prospettiva personalista, capace di considerare ogni persona in tutte le sue dimensioni in una collocazione creaturale-relazionale, oltre che materiale o biologica. Si richiama in effetti una sorta di “collasso spirituale”14 dell'uomo contemporaneo, che separa libertà da verità, decontestualizza la sessualità ed il suo corretto esercizio, nega i limiti costitutivi degli esseri umani, esalta le scelte arbitrarie senza responsabilità e toglie terreno alle dimensioni della speranza.
Ad una forte rivendicazione di diritti per qualsiasi scelta comportamentale, per l'assoluta libertà sull'uso del proprio corpo e per il riconoscimento sociale e giuridico di ogni forma di legame affettivo, non corrisponde però un'altrettanto chiara definizione di doveri e di responsabilità sociali nei confronti della collettività inserita in una antropologia in grado di prefigurare una direzione per un migliore futuro per l'umanità.
E' proprio riscoprendo il dato creaturale, il valore primario della persona con le sue caratteristiche costitutive ed i suoi limiti, l'esigenza relazionale e spirituale che contraddistinguono l'uomo da ogni altro essere vivente che è possibile, anche ad un approccio laico, riscoprire il senso pieno dei tanto declamati diritti umani e della imprescindibile dignità di ogni persona.
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Note
9 | Fra i tanti, vale la pena ricordare, come sintesi del futuro che già è iniziato, di J. Rifkin Il secolo biotech – il commercio genetico e l'inizio di una nuova era, Baldini & Castoldi, Milano, 1998. | su |
10 | Nel film “Casomai” di A. D'Alatri (2002) questo aspetto viene efficacemente rappresentato. | su |
11 | E' l'acronimo che raggruppa lesbiche, gay, bisessuali e transgender. E' spesso associato al termine queer (strano, diverso). | su |
12 | Lo psichiatra Paolo Crepet definisce i sex shop come il “prodotto dell'alienazione”, “l'isolamento, la solitudine, la scarsa densità umana fanno diventare strani, diversi, perversi”, a p. 34 di Dietro la vetrina – viaggio nei sex shop di A. Santarelli, Ed. Biblioteca dell'immagine, 2004, Pordenone. BDSM è l'acronimo di bondage, disciplina, sadismo e masochismo. Il campionario di pratiche presentato nel volume ha dell'incredibile. Il Friuli Venezia Giulia ha un'alta concentrazione di sex shop: al 2004 c'erano 18 negozi, contro i 16 di Roma, che conta però il triplo di abitanti (cfr. p. 10 del volume). | su |
13 | Cfr. P. Donati |
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14 | Cfr. L. Melina Per una cultura della famiglia: il linguaggio dell'amore, 2006, Marcianum press, Venezia, pp. 79 – 81. | su |