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L’evento perdita e la ristrutturazione del sistema familiare: una nuova frontiera per gli operatori

Famiglie tra crisi e scelte

LA FAMIGLIA E GLI EVENTI CRITICI
La famiglia è soggetta a cambiamenti continui, che intervengono su diversi piani, o livelli. Da un punto di vista temporale, questa ha un passato, un presente, ed un futuro; da un punto di vista psicologico rappresenta una realtà conflittuale, composta da individui che devono trovare modalità di intesa affinchè l'insieme possa funzionare in modo adeguato.
Infine, da un punto di vista sociale, non si può tralasciare il fatto che la famiglia rientra in un contesto più ampio, un macro-contesto, cioè la società di cui fa parte.

In questa complessità, l’individuo deve sottostare ad un delicato, ma necessario, compromesso tra il riconoscimento di sé come membro di un sistema, che è anche frutto della storia che lo precede, e di sé come essere singolare; questo per attuare quel processo che va dalla dipendenza verso l’indipendenza.
Sistema in continua evoluzione, luogo di trasmissione della vita e dei valori, la famiglia tende tuttavia a conservare una propria identità e delle caratteristiche proprie nel tempo.

Il processo evolutivo che la famiglia compie nel corso degli anni, attraverso il passaggio da una fase all’altra del ciclo vitale, è visto come un processo di continua ristrutturazione della trama dei rapporti tra i membri della famiglia.

"All’interno del sistema familiare si instaurano periodi di equilibrio e capacità congrue di risposta rispetto alle sollecitazioni del ciclo di vita e periodi di profondo squilibrio, soprattutto durante le fasi di transizione o in presenza di eventi per i quali bisogna adoperarsi per sviluppare funzioni e capacità adeguate sia a livello psicologico che strutturale. Non tutti i sistemi familiari sanno affrontare tali situazioni che vengono vissute come problematiche e comportano disagio, conflitti, con sentimenti di sconforto, rabbia, disperazione etc. E’ proprio in tali circostanze che si può attivare un processo di aiuto alla coppia e/o alla famiglia".(Marchetta, 2005, p.)

Il cambiamento porta inevitabilmente con sé una certa dose di incertezza e deve essere considerato un evento stressante. Con evento stressante ci si riferisce a "qualsiasi evento perturbante in grado di provocare un cambiamento nel sistema familiare" (Scabini, 1995, p.47).

La definizione di evento stressante si basa, oltre che sulla natura drammatica dello stesso, sulle modalità individuali di interpretazione di questo e quindi sulla modalità di risposta messe in atto dal soggetto.

A questo proposito sono di notevole importanza le caratteristiche del soggetto, il contesto socio-culturale in cui si è verificato l’evento, l’insieme di valori e di credenze propri dell’individuo, il supporto sociale dato dalla famiglia, dagli amici, dalla società.

Ogni famiglia dispone di capacità di reazione proprie e uniche all'evento stressante: lo stress va infatti considerato in funzione della risposta che la famiglia dà all'evento in questione e deriva dalla tensione che il sistema non è stato in grado di risolvere. Accade che la famiglia senta che le regole abituali di funzionamento risultino inadeguate a fronteggiare la specifica situazione, provocando una sofferenza, un disagio dell’intera organizzazione familiare.

Non è quindi l’assenza di problemi a distinguere una famiglia sana da una non sana, ma la sua specifica capacità di affrontarli e di adattarsi a situazioni nuove che richiedono modelli alternativi di funzionamento.
Una situazione di difficoltà familiare dovrebbe quindi essere definita, letta e analizzata come mancato equilibrio tra le risorse che questa possiede e le sfide che si trova a dover affrontare.
Un funzionamento soddisfacente risiede, dunque, nella capacità del gruppo familiare di esprimere una molteplicità di modelli di relazione in rapporto alle diverse fasi della sua evoluzione.

Il processo di adattamento della famiglia ad una nuova situazione può essere scandito da tre momenti fondamentali: un primo periodo di disorganizzazione, un secondo di aggiustamento ed una fase finale, che porta ad un nuovo livello di organizzazione. E’ chiaro che caratteristiche come la capacità di tollerare l'incertezza, la fiducia ed il sentimento di positività verso il futuro risultano elementi centrali per determinare l'esito del processo.

Il vero emblema di autenticità che caratterizza una famiglia sana è la sua capacità di impiegare il cambiamento per incitare la crescita. Seguendo questa prospettiva, il passaggio tra evento critico come stasi, ed evento critico come risorsa evolutiva, è determinato dall'integrazione tra l'evento stesso e la sua elaborazione da parte dei membri della famiglia.

Le esperienze di dubbio, di incertezza, conseguenti a cambiamenti sostanziali e strutturali delle relazioni, possono allora essere efficaci per rivedere i propri costrutti, così da adattarli meglio alla realtà in mutamento.

Ciò è possibile solo nella misura in cui i protagonisti dell'interazione siano in grado di mantenere una prospettiva comune riguardo al significato delle loro relazioni e di rinegoziare le basi del loro rapporto.

L'adattamento attivo, definibile con il termine inglese coping, è il processo che permette alla famiglia di promuovere contemporaneamente l'organizzazione collettiva e la crescita individuale.

Le strategie di coping si riferiscono alla capacità del sistema familiare di organizzare e utilizzare le risorse dei singoli individui per far fronte alle difficoltà. La capacità di resistere alle varie situazioni che si presentano all’interno di un sistema familiare sia come eventi previsti che come eventi imprevisti, solitamente genera azioni in due principali direzioni: la prima, spesso anche in ordine temporale, tende alla verifica delle capacità interne del nucleo, la seconda consiste invece nella "richiesta di aiuto" all’esterno.

In primo luogo, infatti, vengono esplorate le reali capacità di adattamento della famiglia e di ciascun membro, alla ricerca di un nuovo equilibrio, esplorando al proprio interno le capacità e le risorse per far fronte ai problemi. La famiglia (Scabini, 1995) utilizzerà strategie di evitamento, eliminazione o assimilazione.
La strategia di evitamento consiste nella negazione dell’ evento, o, più precisamente nella negazione del disagio e della sofferenza del sistema familiare, nella speranza che la situazione possa risolversi automaticamente.

La strategia di eliminazione, comporta tentativi tesi a minimizzare il disagio, per garantire la sopravvivenza del sistema senza bisogno di alterarne gli equilibri. Entrambe le strategie sono da considerare come risposte che il sistema dà di fronte ad eventi che percepisce come altamente destabilizzanti, che affrontati diversamente provocherebbero una profonda revisione della delicata struttura interna familiare. Non è comunque automatico ritenere che una famiglia che utilizza questi meccanismi difensivi, sia una famiglia "disfunzionale", in primo luogo perché non è detto che non possa trasformare le proprie difese in un secondo momento, in secondo luogo, poiché nell’ottica sistemica che si sta considerando, non è il funzionamento "sano" ad interessarci, ma, le reazioni globali dell’intera organizzazione.

La terza strategia, l’assimilazione, consiste nella presa di coscienza delle richieste del sistema, anche se i cambiamenti che questa è disposta ad affrontare non modificano l’intera struttura familiare.
Qualora questo processo di auto-organizzazione fallisca, la famiglia passerà all’esplorazione delle risorse esistenti nell’ ambiente esterno.



A cura di:
Prof. UGO MARCHETTA
Dott.ssa SAMARIA CARERI

Università degli Studi di Palermo, Cattedra di Psicologia Sociale della famiglia, Quaderni di Psicologia Sociale e Applicata, Quaderno n. 7
Creation date : 2008-03-15 - Last updated : 2009-12-20

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