Allegato D - Provincia di Milano
Nuovi modelli di accoglienza: L’affido Professionale
Servizio Segretariato ed Emergenze Sociali - Area Affido
Presentazione
La riflessione e la progettazione di nuovi modelli di accoglienza nasce all’interno del Coordinamento Affidi della Provincia di Milano che, negli ultimi anni, si è confrontato sulle problematiche emergenti e sulla necessità di individuare risposte nuove, mirate ed adeguate per la tutela dei minori.
Il progetto affido professionale è frutto di indicazioni e considerazioni che si fondano sull’esperienza degli operatori dei servizi territoriali, delle cooperative sociali e i rappresentanti di associazioni di famiglie.
Caratteristiche del progetto
Il progetto affido professionale è attuato nel territorio della provincia dalla Provincia di Milano, Direzione Affari Sociali, Settore Sostegno e Prevenzione delle Emergenze sociali in collaborazione con le cooperative sociali Associazione Famiglie per l’Accoglienza, Centro Bambino Maltrattato, Comin e Grande Casa.
Un aspetto qualificante del progetto è quello di favorire un proficuo intreccio fra l’istanza pubblica dei servizi territoriali responsabili di vigilare e tutelare, e il terzo settore, in un assetto organizzativo dove siano chiaramente individuate le responsabilità di ciascun soggetto e del coordinamento all’interno di un sistema unificato. Il progetto famiglie professionali rappresenta una forma e una modalità di gestione che richiama ad una fondamentale definizione di contesto e di ruoli in cui coesiste una corresponsabilità istituzionale tra soggetti pubblici e cooperazione privata.
Il progetto garantisce un intervento di protezione del minore che, allontanato dalla famiglia d’origine, è temporaneamente collocato presso famiglie selezionate e preparate a questo compito, al fine di assicurargli il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui ha bisogno, e la continuità dei rapporti con la sua famiglia.
Il collocamento presso una famiglia professionale è eseguito dal Comune, in applicazione di quanto previsto nella legge 149/01 e in attuazione del decreto della magistratura.
Il regolamento che è stato predisposto, è il riferimento articolato che definisce i criteri, i tempi e le modalità del collocamento, gli impegni delle amministrazioni locali e delle organizzazioni, nonché gli impegni e i diritti della famiglia d’origine e della famiglia professionale.
Uno dei due coniugi (referente professionale nella famiglia), deve rendersi disponibile all’ottica professionale che prevede uno specifico e obbligatorio percorso di formazione, la partecipazione al gruppo di sostegno e una adeguata disponibilità di tempo ma è necessario che sia l’intera famiglia (coniuge e figli) ad impegnarsi nel progetto.
L’accordo successivo al percorso di selezione e di formazione prevede la sottoscrizione di un contratto di co.co.pro. con una delle cooperative sociali da parte del referente professionale della famiglia e comprende la necessaria disponibilità a incontri periodici con i servizi, e l’accettazione di un monitoraggio intenso e costante per tutto il periodo di ospitalità del minore.
L’abbinamento tra il minore e famiglia professionale avviene in sinergia tra il servizio territoriale, l’Amministrazione Provinciale e le cooperative in sede di supervisione con uno psicoterapeuta esterno.
La famiglia professionale viene affiancata a un tutor che svolge, da un lato una funzione di supporto e accompagnamento al referente e, dall’altra, un’importante mediazione nel lavoro di rete tra i servizi coinvolti nel progetto di affido.
Il progetto di affido professionale ha una temporalità definita di due anni.
Con le cooperative coinvolte è stata stipulata una convenzione che ha garantito standard di prestazioni adeguate al compito, ciò esige precise definizioni di impegni e competenze reciproche nell’intreccio collaborativo tra ente pubblico e privato sociale.
Metodologia e procedure
Struttura organizzativa
Il progetto prevede un sistema di gestione, organizzazione e monitoraggio a più livelli.
- Coordinamento del progetto con compiti di programmazione, verifica e valutazione delle attività composto da responsabili Provincia/Cooperative.
- Gruppo operativo di progetto con compiti di gestione, valutazione e supervisione.
E’ l’ambito operativo in cui si riflette e si definiscono le strategie esecutive connesse alle diverse attività del progetto quali la definizione e costruzione degli strumenti metodologici e di documentazione, la programmazione delle attività di promozione e di aggiornamento e monitoraggio dei collocamenti in corso e dei casi in attesa.
Il gruppo di lavoro è composto stabilmente da:
- Operatori Provincia (2 Assistenti Sociali)
- Operatori Cooperative referenti delle famiglie (1 tutor e assistente sociale)
Il gruppo ha la caratteristica di essere ad assetto variabile in quanto partecipano di volta in volta gli operatori del territorio di riferimento dei minori (assistente sociale, psicologo, educatori di comunità, educatori assistenza domiciliare, ecc.) che intendono presentare le situazioni per cui richiedono la famiglia professionale. Inoltre a collocamento avvenuto è prevista la partecipazione degli stessi operatori in sede di supervisione per monitorare la situazione.
Gruppo di selezione e valutazione famiglie professionali
Il gruppo è composto dalle Assistenti Sociali della Provincia e da operatori delle Cooperative (assistente sociale + psicologa).
Equipe tutor
I tutor delle cooperative sociali garantiscono attraverso una specifica riunione di equipe il coordinamento delle attività, la condivisione delle metodologie e l’aggiornamento dei progetti.
Gli strumenti
Per la realizzazione del progetto si sono individuati alcuni strumenti che consentono di regolare i rapporti tra i diversi soggetti:
- Il regolamento del servizio, che dopo la fase sperimentale dovrà essere deliberato dai Consigli Provinciale e Comunali e per il quale si prevede una definitiva riformulazione al termine della sperimentazione.
- Il convenzionamento delle organizzazioni del terzo settore con l’ente locale.
- Il contratto di collaborazione a progetto tra famiglia e associazione o cooperativa.
- Il progetto di affido professionale dell’ente locale riferito a ciascun minore.
Il progetto di affido professionale costituisce il "patto" tra Ente locale, cui il minore è affidato con provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, la cooperativa rappresentata dal tutor, la famiglia professionale e la famiglia d’origine: esso regola le relazioni tra i quattro soggetti e contiene il progetto specifico per ciascun minore.
Valutazione
A partire dagli obiettivi di esito sono stati individuati gli strumenti valutativi da utilizzare all’inizio del percorso e nei momenti definiti come cruciali nella progettazione di ogni singolo intervento.
Le varie fasi sono finalizzate a:
- valutare gli obiettivi di outcome, ovvero di cambiamento dei minori e delle famiglie
- valutare i risultati in termini di soddisfazione degli affidatari e degli operatori del territorio
A conclusione di ciascuna fase il gruppo di direzione del progetto è stato coinvolto per verificare e discutere i risultati raggiunti.
- Premessa
- Forme d'accoglienza e strumenti a sostegno dell'affido
- Non solo affido: le forme di sostegno ai nuclei familiari di origine in difficoltà
- Forme di sostegno all'affido familiare
- Allegato A1
- Allegato A2
- Allegato A3
- Allegato A4
- Allegato A5
- Allegato B1
- Allegato B2
- Allegato B3
- Allegato B4
- Allegato C1
- Allegato C2
- Allegato D
Documento fornito da:
Liana BurlandoCreato da: Comune di Genova
Coordinamento Nazionale Servizi Affidi