Non solo affido: le forme di sostegno ai nuclei familiari di origine in difficoltà
Si prendono qui in considerazione forme d’accoglienza che non prevedono la separazione tra minore e famiglia, alcune già sperimentate, altre in via di sperimentazione, dove il termine accoglienza si apre ad altri significati quali vicinanza al disagio, alle fatiche dei minori e delle loro famiglie, accompagnamento, affiancamento nei momenti di crisi e di difficoltà sia quotidiane sia per periodi particolari.
Tali interventi rientrano nel progetto di presa in carico della famiglia e del minore e trovano le ragioni normative nell’art. 1 della legge 184/83, così come ridefinita dalla legge 149/2001 comma 3 e nell’art. 16 della legge 328/2000 comma 3, nonché nei riferimenti del Piano Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza relativo agli anni 2003/2006.
Le forme di sostegno e di affiancamento rientrano all’interno degli interventi concordati con la famiglia, e si realizzano, quindi, in un regime di consensualità.
E’ possibile prevedere alcune forme di vicinanza anche all’interno di un regime di affido ai Servizi Sociali da parte del Tribunale per i Minorenni, sempre che questo preveda la permanenza del minore presso la propria famiglia; anche in questo caso l’intervento è caratterizzato dalla consensualità da parte della famiglia.
Le forme di accoglienza/accompagnamento si caratterizzano per:
- essere un servizio che interviene in quelle situazioni dove non si evidenziano carenze genitoriali tali da doverne sostituire le funzioni;
- essere tra gli strumenti più adeguati a prevenire situazioni di disagio, in grado di garantire la tutela del minore ed il suo mantenimento nel contesto della sua famiglia d’origine;
- promuovere le risorse della famiglia e incrementarne gli aspetti protettivi;
- essere un intervento centrato sul sostegno alla genitorialità, pur garantendo l’interesse superiore del minore;
- realizzare obiettivi specifici, definiti, condivisi tra la famiglia con bisogno di sostegno e famiglia disponibile a darlo, attraverso la definizione di un progetto di vicinanza tra un nucleo familiare con un altro nucleo o con una persona singola.
In queste forme di accoglienza è particolarmente importante e prevalente il ruolo del terzo settore e dell’associazionismo familiare, sia nell’ambito della sensibilizzazione e promozione, sia per far emergere e integrare, nella rete delle risorse, famiglie che si auto-organizzano, della cui esperienza è necessario tener conto.
In questa cornice l’Ente Pubblico deve sostenere la funzione di garante della progettazione sociale, ideata con il contributo di tutte le realtà del territorio ed espressa nei Piani di Zona.
Il Servizio, inoltre, pur modulando nel tempo una funzione diversa e sussidiaria rispetto alla gestione delle singole esperienze, mantiene un ruolo di regia delle stesse.
Il compito dei Servizi nei progetti specifici è quello di garantire, inoltre, direttamente o attraverso i rapporti con le realtà del terzo settore, che le risorse solidali siano formate ed informate, consapevoli del proprio ruolo e a conoscenza della rete dei servizi di sostegno al singolo caso, non abbiano interessi economici in riferimento alla disponibilità, non siano conosciute dalla rete dei servizi come soggetti a rischio sociale o di devianza, non presentino psicopatologie.
A prescindere dalle modalità e dalle competenze relative alla promozione e formazione, deve essere posta una particolare attenzione ad alcuni elementi della "risorsa solidale":
- il contesto di vita e la composizione familiare
- eventuali esperienze di volontariato a livello territoriale;
- la cognizione che tale intervento è rivolto a favorire la relazione tra il minore e la sua famiglia, anche in termini preventivi, e che tale obiettivo di sfondo prevede una particolare vicinanza tra le famiglie che esprimono il bisogno e le persone disponibili, situazione spesso difficile da gestire e non sempre prevista quando viene offerta la disponibilità;
- il saper sostenere le competenze genitoriali attraverso piccoli gesti o incombenze quotidiane, ma anche essere disponibili ad accettare i problemi personali o di coppia, nella consapevolezza che "star bene" come persona è condizione fondamentale per poter esercitare un’adeguata genitorialità;
- il saper conciliare uno spazio autonomo d’intervento con la richiesta d’aiuto nei momenti di difficoltà, rivolta ai servizi socio-sanitari.
Abbiamo individuato alcune forme in cui tale intervento si concretizza, e che evidenziano esperienze in atto presso diverse realtà territoriali:
- buon vicinato e vicinanza educativa
- sostegno a nuclei di madri e bambini
Buon vicinato e vicinanza educativa
vicinanza ad un nucleo familiare che ha bisogno di essere temporaneamente accompagnato o sostenuto nello svolgimento di alcune attività della vita quotidiana o per raggiungere alcuni obiettivi educativi, con la mediazione dei Servizi tra i nuclei familiari.
Gli obiettivi specifici possono andare da:
- aiuto attraverso azioni quotidiane, anche di tipo organizzativo, che permettono di far fronte a difficoltà, ad esempio accompagnare o riprendere un minore da scuola o ad attività del tempo libero, accudire un minore per alcune ore, ecc.;
- affiancarsi al nucleo in alcuni momenti più complessi dal punto di vista organizzativo, quali ad esempio la spesa settimanale, il pagamento di scadenze, l’accompagnamento dei minori a visite mediche, ecc.;
a:
- sostegno nell’organizzazione della famiglia in momenti particolari;
- costruzione di una rete sociale per quelle famiglie che non hanno, nel territorio di residenza, legami parentali o amicali significativi;
- apprendimento di abilità (saper cucinare, svezzare un bambino, gestione economica, trovare casa, ecc.);
- conoscenza e inserimento dei minori in attività del territorio;
- sostegno nell’ambito scolastico;
- sostegno alla relazione con altri bambini;
- accompagnamento all’autonomia di giovani adulti già in carico al servizio minori.
Il Servizio pubblico agisce come elemento di congiunzione tra bisogno e offerta di disponibilità, definisce con le famiglie interessate e/o le realtà associative cui queste fanno riferimento le attività da svolgere, definisce le modalità e i tempi di verifica, interviene qualora insorgano difficoltà e problemi e prevede il relativo sostegno assicurativo ed economico.
Nell’allegato A riportiamo alcune esperienze relative a tali progetti (quali "Famiglie solidali" di Cremona, "Vicinanza Educativa" di Vicenza, "Famiglia che sostiene Famiglia" di Torino, "Famiglia di Sostegno" di Ancona, "Famiglia e accoglienza" di Parma)
Sostegno ed affido di nuclei mono-parentali ed affido mamma/bambino
L’intervento è rivolto a nuclei mono-parentali (anche con genitori minorenni) che necessitano di un supporto per il raggiungimento di una piena autonomia.
Ciò comporta che la valutazione dei Servizi sul singolo caso individui quelle situazioni nelle quali la madre o, in alcuni casi il padre, ha una sufficiente competenza genitoriale ed una qualche forma d’autonomia nel rispondere ai bisogni primari del figlio: situazioni in cui è quindi possibile fare ragionevoli previsioni di evoluzioni positive.
Queste, in linea di massima, sono individuate dai Servizi dopo un periodo d’osservazione della relazione genitore /figlio, spesso realizzata all’interno di strutture comunitarie.
Il progetto, la cui durata va in ogni caso definita, deve prevedere i ruoli di tutte le persone coinvolte, evidenziandone sia le risorse da potenziare sia i rischi da contenere, ad esempio quale funzione, seppure residuale o critica, rappresenta la famiglia allargata, come interagisce l’eventuale altro genitore, cosa può comportare il sopraggiungere di altri partners, etc.
Le esperienze realizzate suggeriscono un periodo che non vada indicativamente oltre i 24 mesi.
Per tale esperienza sono richieste alle famiglie coinvolte particolari specificità:
- capacità di saper gestire il delicato rapporto con il genitore del nucleo, rispettandone e valorizzandone la funzione genitoriale, supportandolo, nel contempo, nel proprio percorso di crescita e di autonomia;
- saper rivestire tenendoli distinti i diversi ruoli che questa tipologia di affido comporta: tutela nei confronti del minore, sostegno alla giovane madre, capacità di accogliere i suoi bisogni sentiti ancora come figlia, capacità di osservazione e di valorizzazione e talvolta anche ruolo sostitutivo a fronte di crisi o di gravi mancanze.
A tal fine sono necessari momenti informativi e formativi specifici rivolti a tutti coloro che sono interessati a questa forma di affidamento per far prendere consapevolezza della specificità e complessità di questo intervento.
L’instaurarsi di relazioni tra più persone con ruoli a volte sovrapponibili può rendere più difficile il confine dei propri spazi e delle proprie autonomie.
Sono state individuate due forme in cui si concretizza tale tipo d’intervento:
- il piccolo nucleo viene accolto nell’abitazione della famiglia affidataria;
- il piccolo nucleo vive, da solo o con un altro, in un appartamento autonomo in prossimità della famiglia di sostegno.
Obiettivi specifici possono essere:
- favorire lo sviluppo delle capacità genitoriali, anche attraverso il sostegno nell’accudimento ed educazione dei figli;
- favorire lo sviluppo dell’autonomia e l’acquisizione di alcune abilità per l’autogestione del quotidiano, come l’organizzazione e gestione del tempo, la ricerca del lavoro e/o della casa, la gestione domestica, la gestione dei soldi, ecc.;
- offrire occasioni di confronto ed ascolto;
- favorire il rafforzarsi dell’autostima.
Il Servizio Pubblico definisce il progetto all’interno della presa in carico più complessiva, ne stabilisce i tempi e le modalità di verifica.
Nell’allegato B sono riportate alcune esperienze realizzate (Progetto "Oltre l’affido" del Comune di Roma, "Convivenza educativa" Vicenza, Progetto del Comune di Milano, Progetto "Famiglie d’appoggio" di Genova).
I percorsi di autonomia dei nuclei monogenitoriali, tuttavia, sono spesso aggravati o inficiati dalle problematiche relative all’abitazione e al lavoro: ciò richiede, quindi, lo sviluppo e l’attuazione di specifiche e significative politiche sociali.
- Premessa
- Forme d'accoglienza e strumenti a sostegno dell'affido
- Non solo affido: le forme di sostegno ai nuclei familiari di origine in difficoltà
- Forme di sostegno all'affido familiare
- Allegato A1
- Allegato A2
- Allegato A3
- Allegato A4
- Allegato A5
- Allegato B1
- Allegato B2
- Allegato B3
- Allegato B4
- Allegato C1
- Allegato C2
- Allegato D
Documento fornito da:
Liana BurlandoCreato da: Comune di Genova
Coordinamento Nazionale Servizi Affidi