Schizofrenia
La schizofrenia tocca tre dimensioni: psicotica, organizzativa e negativa.
La dimensione PSICOTICA (perdita del contatto con la realtà)
E’ caratterizzata da deliri strani rispetto al contesto socioculturale di appartenenza, non sistematizzati, disorganizzati, frammentari, le cui tematiche più frequenti sono la persecuzione, il controllo, il riferimento, l’influenzamento, la trasformazione corporea.
Inoltre sono presenti frequentemente le allucinazioni uditive in forma di voci.
Scheneider, nel 1923, individuò alcuni sintomi particolarmente importanti per la diagnosi della schizofrenia: la rilevazioni di voci che dialogano o commentano le azioni dl soggetto, eco o sonorizzazione del pensiero (allucinazioni) e la convinzione di essere influenzati, la sensazione che il proprio pensiero venga rubato oppure trasmesso e la percezione delirante (deliri).
La schizofrenia è anche riconoscibile dai sintomi catatonici, che nelle fasi acute della malattia diventano agitazione psicomotoria.
La dimensione ORGANIZZATIVA
Nel 1911 Bleuler coniò il termine di Schizofrenia (mente divisa), una grave forma di dissociazione, o meglio di disorganizzazione, della vita psichiatrica nei sui aspetti cognitivi, affettivi e comportamentali.
La persona presenta una disorganizzazione del pensiero o un allentamento dei nessi associativi, per cui non riesce più a seguire il filo del discorso. Inoltre vi possono essere dei blocchi (il soggetto si interrompe improvvisamente mentre sta parlando per riprendere il discorso senza fornire spiegazioni di quanto è successo), un pensiero tangenziale (risposte non correlate alla domanda) o incoerenza (una forma grave di perdita di nessi associativi che può arrivare all’insalata di parole, per cui il linguaggio risulta quasi incomprensibile). La disorganizzazione affettiva si basa sull’inadeguatezza affettive per cui i sentimenti non sono congrui al pensiero o al comportamento. Si può notare una marcata ambivalenza, consistente in sentimenti opposti, abbinata ad atteggiamenti infantili, fatui e "stupidi". Ad impatto visivo si nota una grossolana disorganizzazione del comportamento, un aspetto molto disordinato, un abbigliamento inusuale, un comportamento palesemente inadeguato alle circostanze, una difficoltà nelle semplici attività quotidiane, una presenza di agitazioni psicomotorie imprevedibili, improvvise fughe o ritiri autistici.
La disorganizzazione è forse l’alterazione più profonda della schizofrenia e in molti casi primaria rispetto ad altre alterazioni. Essa consiste in una profonda compromissione della personalità e dell’identità, che tende a perdere la sua unitarietà e coesione. In certi casi la disorganizzazione della personalità può portare ad una perdita di confini fra sé e non sé. Se normalmente ognuno di noi mantiene una propria individualità, ponendo dei confini fra sé e mondo esterno, nella schizofrenia vi può essere una difficoltà a distinguere tra sentimenti e idee proprie ed altri.
I sintomi di primo rango sono tutti in qualche modo espressione di un’alterata permeabilità fra sé e mondo esterno.
La dimensione NEGATIVA
Nei primi anni ’80 Crow e Andreasen evidenziarono dei sintomi fino ad allora poco considerati, perché non evidenti rispetto ai sintomi positivi o perché confusi con il deterioramento intellettivo che in alcuni poteva essere conseguente alla malattia.
Vengono riconosciuti: il ritiro sociale di tipo autistico con un progressivo distacco dagli altri e dalla realtà, fino all’isolamento totale, con una prevalenza del mondo interiore; l’abulia, mancanza di volontà e incapacità di intraprendere attività finalizzate; l’apatia, senso di indifferenza affettiva; la compromissione della progettualità e dell’iniziativa; l’appiattimento affettivo per cui il soggetto è freddo e distante; l’alogia, un impoverimento del pensiero, la diminuzione della fluidità e della produttività del linguaggio; i disturbi dell’attenzione e della concentrazione.
Questi sintomi, che se non particolarmente marcati risultano poco evidenti, possono avere una notevole importanza nell’impoverimento affettivo ed intellettivo e nella grave compromissione dell’adattamento psicosociale in alcuni casi associati alla schizofrenia.
La schizofrenia con sintomi negativi può essere più frequentemente associata a scarso adattamento psicosociale premorboso, scarsa risposta ai neurolettici tradizionali ed al riscontro di anomalie cerebrali.
Va considerato che in molti pazienti cronici sintomi simili a quelli negativi possono essere conseguenti anche alla terapia neurolettica, all’istituzionalizzazione (ipostimolazione) o alla depressione secondaria che può verificarsi in alcuni pazienti, anche durante la remissione della sintomatologia psicotica, in conseguenza dei numerosi eventi che la malattia porta con sé.
A cura di:
Marianna Lenarduzzi- Allucinazioni
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