Condizioni per l’Affido di Adolescenti
- Premesse
- Per quale adolescente l'affido
- Condizioni necessarie per realizzare l'affido degli adolescenti
Condizioni necessarie per realizzare l’affido degli adolescenti
Per definire il diverso percorso personale (costruzione dell’identità/cammino verso l’autonomia), bisogna distinguere se l’adolescente inizia il percorso d’affido direttamente dalla famiglia d’origine o provenendo da altra collocazione (struttura residenziale, affido).
Nel primo caso occorrerà tenere conto di quanto il minore è coinvolto nelle dinamiche e negli eventi che hanno creato delle difficoltà nella sua famiglia e del suo ruolo all’interno della stessa, anche perché dietro ad un allontanamento dal nucleo familiare d’origine durante l’adolescenza, vi sono spesso anni di vita in dolorose situazioni di crisi e numerosi e ripetuti interventi di sostegno che non hanno consentito il superamento di tali difficoltà.
La presenza di fratelli e sorelle che rimangono nel nucleo d’origine o presso strutture residenziali, è un elemento da tenere in considerazione se questi stessi rimangono in famiglia o sono in attesa di un affido familiare, perché questa situazione può scatenare nell’adolescente sensi di colpa e di abbandono che possono rendere particolarmente impegnativo il lavoro con lui.
Nel secondo caso occorrerà considerare da quanto tempo il minore è in comunità, quali relazioni ha stabilito e con quale progettualità o, nel caso di un precedente affido, come e perché si è conclusa tale esperienza.
Ogni situazione va valutata attentamente per mettere in luce i bisogni, le attese, le risorse individuali e gli elementi esterni al soggetto che possono interferire con il progetto o facilitarne la realizzazione, tenendo presente che l’adolescenza è un momento di rapidi cambiamenti e d’improvvisi viraggi di percorso. Ancora più che in altre fasi della vita, infatti, la risposta che si propone ha per definizione carattere di transitorietà e richiede revisioni frequenti e delicate messe a punto, quando non veri e propri ribaltamenti di prospettiva.
Le esperienze sperimentali che si stanno attuando in Italia, sia per l’attuazione d’affidi familiari di adolescenti sia per interventi di supporto familiare per adolescenti prossimi alla maggiore età o che l’abbiano appena superata (anche tramite specifici supporti economici all’avvio di percorsi di autonomia), costituiscono poi importanti spunti di riflessione e di lavoro per tutti gli operatori.
- Condivisione del progetto da parte dell’adolescente
Per realizzare un progetto d’affido è indispensabile la reale partecipazione e l’adesione dell’adolescente al progetto stesso. E’ necessario, quindi, attivare delle modalità che attraverso la contrattualità favoriscano la sua responsabilizzazione.
E’ fondamentale, inoltre, che sia gli operatori sia la famiglia affidataria sappiano mettersi in una posizione di reale ascolto dell’adolescente, rispettando il contesto socio culturale di provenienza. - Caratteristiche e competenze delle famiglie affidatarie
La fase dell’abbinamento minore/famiglia affidataria, di per sé sempre delicata e complessa, nel caso di adolescenti deve avere una particolare attenzione al contesto socio-culturale di provenienza, in quanto stili di vita e norme di comportamento sono stati maggiormente introiettati dai ragazzi e possono costituire elementi di contrapposizione ed incompatibilità.
Vivere con un adolescente in affido, che generalmente porta con sé una storia di maltrattamenti e di abbandoni, richiede all’adulto particolare capacità di accettare i cambiamenti senza opporre un mondo di sicurezze dogmatiche, provando ad abituarlo, invece, al dialogo, a comunicare, a trovare la strada dell’incontro con l’altro, sviluppando una funzione protettiva e contenitiva.
Particolare rilevanza può assumere il fatto che le famiglie che si propongono per l’affido d’adolescenti abbiano una propria rete amicale, siano inserite in un ampio tessuto sociale e/o siano collegate ad associazioni operanti nel settore e/o partecipino a gruppi di auto/mutuo aiuto.
Dall’esperienza e dalla riflessione condivisa è emerso come l’affido d’adolescenti può essere più opportunamente proposto nel caso in cui all’interno della famiglia affidataria siano presenti figli già grandi (e in questo caso la famiglia potrà anche contare sulla già vissuta esperienza di "confronto" con la complessità e le contraddizioni dell’adolescenza) o più piccoli, non ancora coinvolti nelle dinamiche adolescenziali e che quindi non sono "in competizione" con il ragazzo in affido.
La collocazione di un adolescente presso una persona singola, in particolare se questa ha avuto motivi di conoscenza e rapporto con il mondo dei giovani, presenta particolari aspetti positivi.
Tale scelta può favorire l’utilizzo dello "strumento" dell’affido anche per gli adolescenti, proprio perché, in un momento di transizione dalla propria famiglia d’origine, il ragazzo potrebbe non essere pronto ad affrontare un rapporto con altre figure genitoriali o con una situazione vera e propria di famiglia. Tale figura può quindi rivestire per gli adolescenti il ruolo di adulto che lo accompagna in un periodo di transizione e denso di complessità qual’è l’adolescenza.
Efficace è anche l’affiancamento familiare per ragazzi ospitati in struttura, non pronti ad accettare una collocazione presso una famiglia affidataria o che abbiano legami intensi, sia positivi sia negativi, con la propria famiglia. Attraverso un affido durante i fine settimana o i periodi di vacanza, possono così avere la possibilità di stabilire un legame con persone adulte con l’auspicio che esse possano diventare un riferimento significativo e che questo legame possa proseguire nel tempo. - Ruolo e funzioni dei Servizi Socio-Sanitari
Compito specifico dei Servizi è quello di costruire il progetto d’affido coinvolgendo tutti i soggetti che ruotano intorno al ragazzo: famiglia d’origine, educatori, figure amicali.
Occorre tenere presente che il minore in affidamento ha due famiglie: quella d’origine e quella affidataria. Ignorare una o l’altra contribuisce ad aumentare la complessità degli eventi che il minore è costretto a vivere. E’ fondamentale, allora, predisporre interventi mirati di sostegno sia alla famiglia d’origine sia a quella affidataria sia al minore, attraverso momenti di formazione ed interventi specifici che siano in grado di supportare tutto il progetto: sostegno psicologico al minore e alla sua famiglia, educativa territoriale, sostegno scolastico, inserimenti lavorativi, centri di aggregazione ed eventuali interventi psico-terapeutici, gruppi di auto/mutuo aiuto promossi e gestiti dai Servizi e dalle Associazioni, educatori domiciliari, ecc.
E’ importante che la famiglia affidataria si senta parte di un progetto complessivo e non abbia mai la sensazione di essere lasciata sola di fronte al gravoso compito di sostenere un adolescente nel suo processo d’individuazione e maturazione.
E’ indispensabile, infine, rendere partecipe il ragazzo delle scelte che lo coinvolgono e farlo essere attore privilegiato di questo cambiamento.
A volte sembra che il breve tempo a disposizione prima del raggiungimento della maggiore età sconsigli l’avvio di un progetto d’affido familiare, ma poiché è possibile e praticato il prosieguo dell’affido dopo il diciottesimo anno di età attraverso progetti mirati, la conseguente prosecuzione dell’intervento tecnico è un importante strumento d’aiuto e d’appoggio al giovane che ancora non ha raggiunto una reale autonomia di vita, strumento che consente di accompagnarlo nel momento in cui concretamente si trova a dover affrontare la maggiore età, le conseguenti responsabilità,le necessarie scelte, aiutandolo nel percorso di autonomia.
E’ auspicabile, quando necessario, una stretta collaborazione fra Servizi e Tribunale per i Minorenni, per sostenere e formalizzare il progetto di sostegno e di avvio all’autonomia. - La famiglia d’origine
E’ ovvia l’importanza del lavoro con la famiglia d’origine dei minori in affido.
In molti casi, proprio perché il minore tende a rafforzare le sue spinte autonomistiche ed il suo distacco, a volte addirittura una fuga, dalla famiglia d’origine, è necessario che dai Servizi e dalla famiglia affidataria vengano valorizzati gli elementi positivi dei genitori naturali, perché la famiglia d’origine costituisce pur sempre per l’adolescente un legame ed un riferimento e sarà quindi anche necessario contenere i sentimenti d’ambivalenza che la stessa suscita nel ragazzo.
In altri casi, gli adolescenti in affidamento, con l’avvicinarsi della maggiore età, la confusione e l’incertezza riguardo al proprio futuro, la mancanza di un’autonomia economica ed abitativa, la propria difficoltà a riconoscere o consolidare legami affettivi significativi con la famiglia affidataria, s’indirizzano in ogni caso, anche quando permangono le situazioni e i motivi che hanno originato l’allontanamento, verso un ritorno nel proprio nucleo d’origine, vissuto come un "rifugio", magari conflittuale ma noto e "definito", a fronte dell’incertezza e della fatica che richiederebbe invece un altro percorso.
Queste situazioni si verificano in particolare quando la famiglia d’origine ha mantenuto i contatti con il minore rimarcando il possibile ricongiungimento familiare alla sua maggior età e soprattutto quando all’interno della famiglia sono rimasti fratelli e sorelle. Durante l’affido familiare dovrà essere allora particolarmente curato, dalla famiglia affidataria e dai Servizi, il lavoro di sostegno al ragazzo nella costruzione della propria identità.
Ci sono altre situazioni, infine, in cui l’affido costituisce una sospensione dei legami con la propria famiglia d’origine ed un chiarimento è sempre rinviato, con il rischio che l’adolescente idealizzi la propria famiglia d’origine, rifiutando il confronto con la realtà.
Proprio per questi motivi, è fondamentale avere presente la prospettiva del riavvicinamento dell’adolescente alla famiglia d’origine, anche se questo potrebbe "fisicamente" non avvenire o avvenire per un periodo breve.
E’ importante, quindi, negoziare con la famiglia d’origine delle regole chiare, esplicitandole e facendo in modo che siano il più possibile rispettate, affinché sia coinvolta ed abbia un ruolo di responsabilità durante tutto il percorso dell’affido e non soltanto alla sua conclusione.