Affido di minori stranieri
- Premessa
- L'affido familiare omoculturale ed eteroculturale
- I minori stranieri non accompagnati
- L'ospitalità dei minori stranieri
L’affido familiare omoculturale ed eteroculturale
Le esperienze avviate in questi anni dalle Amministrazioni sono limitate, tuttavia ve ne sono alcune, avviate a titolo sperimentale, che introducono elementi di innovazione, quale, ad esempio, l’affido a famiglie della stessa etnia del minore (affido omoculturale).
L’attivazione di risorse anche nell’ambito dell’affido omoculturale non può prescindere da una grossa azione di sensibilizzazione che ha come finalità:
- informare della risorsa affido;
- fare emergere disponibilità;
- sollecitare l’approccio ai Servizi.
Il tutto attraverso contatti autorevoli con gruppi delle diverse etnie presenti sul territorio locale, che dovrebbero concretizzarsi in gruppi di discussione e scambio.
In tale fase la collaborazione con associazioni (già conosciute e riconosciute dalle diverse etnie quali risorse di informazione e integrazione sociale), favorirebbe notevolmente l’approccio con le differenti etnie e l’attenuarsi della diffidenza nei confronti del Servizio pubblico consentendo di poterlo riconoscere sia come risorsa nei momenti di difficoltà sia come catalizzatore delle disponibilità solidali nei confronti di minori in difficoltà.
Anche per quanto riguarda la ricerca di disponibilità di famiglie italiane per l’affidamento di minori stranieri (affido eteroculturale), non si può prescindere da una informazione circa i valori di riferimento e le differenze culturali e religiose cui siano partecipi tutti i componenti del nucleo affidatario, anche i figli adolescenti o giovani adulti: incontri con rappresentanti delle comunità o docenti universitari esperti di una data cultura, giuristi, etno-psicologi, etno-pedagogisti, ecc.
Obiettivi dei percorsi informativi e formativi, sia per l’affido omoculturale che per quello eteroculturale, rimangono la conoscenza reciproca e lo scambio culturale, nonché la sollecitazione alla solidarietà.
Le radici culturali connotano le modalità relazionali e gli stili di vita: comprenderli agevola la comunicazione.
Punto nodale che richiede un dispiegamento di forze è quello relativo, quindi, alla fase della sensibilizzazione all’interno dei gruppi etnici, che si può vedere articolata in:
- dare informazione e diffondere conoscenza sui servizi, sui punti valoriali rispetto alla protezione e cura del minore (es. no sfruttamento minorile, ecc.) e nel rispetto dell’identità culturale;
- sviluppare sensibilità e disponibilità all’affido.
AFFIDO OMOCULTURALE | AFFIDO ETEROCULTURALE |
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Dalla disponibilità espressa da famiglia o singolo, il percorso metodologico operativo tra affido di minori italiani e stranieri è identico (valutazione, abbinamento, sostegno, diritti e doveri della famiglia affidataria), come pure l’attivazione delle varie tipologie di affido (residenziale, diurno, fine settimana e vacanze).
La figura del mediatore culturale diversifica il progetto dell’affidamento di un minore straniero da un minore italiano e si aggiunge agli altri attori dell’affido.
Le famiglie italiane disponibili all’affido di minori stranieri debbono avere particolari caratteristiche e competenze, oltre a quelle richieste per l’affido di ragazzi italiani:
- essere salde sui propri modelli di riferimento ma capaci di accettare e riconoscere la diversità (non andare in crisi perché vengono messi in discussione o contrastati i propri modelli culturali...)
- essere disponibili ed interessate a conoscere e confrontarsi con modelli culturali diversi dai propri, che costituiscono comunque una "ricchezza", mediandoli all’interno della quotidianità.
Gruppo di lavoro su affidamento per minori stranieri
Coordinamento Nazionale Servizi Affidi