Lettera di presentazione della petizione
Al Presidente Dott.ssa F. Dente del CNOAS
Al Presidente Dott.ssa L. Spisni della Commissione "Etica e Deontologia"
Al Presidente Dott.ssa I. Mastropasqua della Commissione "Ricerca, Sviluppo e Innovazione"
Al Presidente Dott. G. Viani della Commissione "Comunicazione e Partecipazione"
Egregi Rappresentanti,
questa lettera vuole essere solo introduttiva rispetto ad un'iniziativa nata dal bisogno di uscire allo scoperto da parte di una professione che necessita di un giusto riconoscimento, una corretta visibilità e tutela della propria immagine.
Nell'ultimo periodo, appunto, la nostra immagine è stata oggetto di alcune serie televisive, che hanno trasmesso un'idea distorta del nostro lavoro e che hanno raggiunto, vista la loro potenza mediatica, molti cittadini. Si fa riferimento, in ordine cronologico, prima alla fiction prodotta dalla Rai e trasmessa su Rai Uno "Butta la Luna", in cui l'assistente sociale è stata vista solo come colei atta a verificare le condizioni igieniche della casa durante una visita domiciliare e null'altro.
Mediaset ha trasmesso un'ulteriore fiction "Nati Ieri" in cui l'assistente sociale viene coinvolta, in più puntate, in merito all'affidamento di un bambino abbandonato dalla madre al momento della sua nascita e che viste le difficoltà incontrate nel trovare una famiglia adottiva per una sua lieve deformazione fisica, pare destinato a vivere in istituto. I dottori hanno instaurato una relazione con l'assistente sociale non professionale, considerandola come la "strega" incompetente della situazione, ruolo rivestito benissimo dall'attrice che l'ha interpretata.
In ambedue i casi sicuramente la consulenza di un assistente sociale avrebbe giovato alla trasmissione di informazioni veritiere sia dal punto di vista professionale che giuridico.
A queste vanno aggiunti gli episodi di cronaca che hanno visto coinvolte figure professionali quali assistenti domiciliari ed educatori, che però venivano identificati erroneamente nella figura dell'assistente sociale. In merito all'episodio di un bambino down abusato a Roma il CNOAS e l'Ordine della Regione Lazio sono intervenuti, ma la risposta da parte del quotidiano non è stata di pari valore mediatico, tanto da sopperire all'errata informazione pubblicata.
In tutti questi casi, che accumulati vanno a diffondere un'immagine distorta della nostra professione, è mancata una tutela attiva e pressante!
Oggi la comunità chiede al CNOAS di attivarsi mediante la costituzione di una nuova commissione o tramite la promozione attiva di una delle commissioni già esistenti. Tale commissione deve assolvere al compito principale di accogliere tutte le segnalazioni rilevate dal singolo professionista, dalle associazioni e dai sindacati di categoria, dagli Ordini regionali e di definire una procedura specifica, che riferendosi alla normativa vigente in materia, tuteli in maniera efficace l'immagine professionale dell'assistente sociale.
Si propone, inoltre, di far si che la medesima commissione promuova attività che facciano conoscere il ruolo che l'assistente sociale copre nei vari ambiti di intervento, mediante una vera e propria comunicazione sociale che in base alle indicazioni direttive date dall'Ordine, ogni assistente sociale in collaborazione con il proprio servizio dovrebbe concretizzare.
In relazione alla petizione allegata, firmata da n. 960 (conteggio in tempo reale) tra dirigenti di servizio sociale, assistenti sociali, studenti e persone sensibili al problema, chiediamo che la risposta venga inoltrata a: info[AT]assistentisociali[DOT]org la quale verrà resa pubblica tramite il portale di Assistentisociali.org.
Inoltre, ogni attività che sarà svolta per adempiere a ciò che la petizione chiede, godrà della giusta pubblicità sul sito, che viene anche messo a disposizione per la diffusione di ogni iniziativa promossa dal CNOAS in merito.
In attesa di un vostro riscontro dovuto a tutta la comunità professionale, cogliamo l'occasione per inviarvi i nostri più cordiali saluti.