Il Setting nel servizio sociale
Il setting è l’inquadramento, la cornice, la bussola del lavoro professionale.
E’ composto da spazio, tempo, ruoli, compito e denaro.
Il tempo definisce la durata del rapporto, dà la speranza nel cambiamento, ed è legato alla motivazione che può essere debole all’inizio e più forte man mano che si vedono i risultati.
Il concetto di tempo va diversificato tra quelle che sono le urgenze (questione di vita o di morte) e quella che è la fretta (che spesso vuol dire non avre spazio per pensare).
Lo spazio è il contenitore fisico, la condiziona ambientale dentro la quale si costruisce la relazione. Anche lo spazio mentale è fondamentale, è lo spazio della disponibilità autentica che è contenitiva per le persone che si sentono considerate. Lo spazio va predisposto adeguatamente affinchè ci sia la giusta tranquillità e la riservatezza del colloquio.
I ruoli vengono stabiliti dall’istituzione che pone i limiti, le regole, le modalità di nintervento, e si fondano sull’assimetria tra l’ass.soc. e l’utente e l’ass.soc. ha il compito di usare le risorse adeguatamente e a contatto con la realtà, evitando 2 tendenze:
- contro l’ente (a favore dell’utente)
- contro l’utenza falsa (l’ass.soc. si identifica con l’istituzione)
Il mandato istituzionale prevede anche il ruolo di controllo che non è contro l’aiuto, ma è insito in esso. Se l’ass.soc. è consapevole il ruolo di controllo può essere utile anche all’utente.
Il ruolo ideale dell’assistente sociale nei confronti dell’utenza è quello di una coppia che si allea in maniera sana affinche uno dei due (l’utente) possa utilizzare l’ass.soc. al fine di vedere aspetti del suo problema che non riesce a vedere da solo.
Il compito nasce da una domanda oppure può essere definito istituzionalmente da leggi