Storia del servizio sociale
La nascita del servizio sociale
La nascita del servizio sociale nel contesto europeo possiamo porla nel 1869 a Londra, attraverso la nascita del C.O.S. (Clarity Organization Societies), evoluzione dei friendly reformers (volontariato di tipo religioso) e dei social reformers. Attraverso questa organizzazione Ottavia Hill, volontaria nelle C.O.S., porrà le basi dei fondamenti concettuali ed etici del servizio sociale; ciò ebbe una certa influenza nello sviluppo del servizio sociale in territorio americano, dove il social work si sviluppò nelle C.O.S. locali e già alla fine del XIX sec., grazie all’operato di Mary Richmond, si poterono creare i primi corsi di formazione sia in Nord Europa, sia negli Stati Uniti.
Bisognerà attendere il 1928 per la prima conferenza internazionale di servizio sociale, svoltasi a Parigi e coordinata da Renè Sand, al quale si deve l’impegno per la diffusione internazionale della promozione sociale; con tale conferenza presero vita i primi organismi associativi internazionali come il I.C.S.W. (International Council of Social Welfare) o il I.A.S.S.W. (International Association of School Workers) divenuto nel 1956 I.F.S.W. (International Federation of Social Workers).
L’operato di Mary Richmond in particolare, attraverso i testi "Social Diagnosis" del 1917 e "What is Social Workers?" del 1922 porteranno all’introduzione di alcuni fondamenti della deontologia professionale, elaborati poi attraverso una metodolgia operativa centrata nel casework (family social work, medical social work, school social work e psychiatric social work). In tale periodo vi fu la creazione di due scuole: la diagnostica e la funzionale che però posero poca attenzione al legame tra persona e ambiente.
Successivamente con l’avvento della Prima Guerra Mondiale, venne dato un forte impulso al community work che attraverso la crisi del ’29 ebbe una marcata evoluzione, tanto da divenire, tra gli anni quaranta e cinquanta, uno dei metodi del servizio sociale; nello stesso periodo si svilupparono i metodi dell’organizzazione e amministrazione del servizio sociale e della ricerca applicata del servizio sociale, denominati indiretti e secondari mentre nel secondo dopoguerra, l’O.N.U. promosse un vasto scambio internazionale, diffondendo i metodi del servizio sociale statunitensi ai paesi europei maggiormente colpiti dalla guerra e dalle conseguenze del nazionalsocialismo e del fascismo: questo però porterà a una forte omogeneizzazione culturale, fortemente criticata dai movimenti contestativi sorti alla fine degli anni sessanta, periodo in cui vi fu una profonda revisione critica del servizio sociale e dei suoi metodi.
Nel 1974 a Portorico si svolse l’Assemblea Generale dell’I.F.S.W.; qui vi fu conferma che i valori e i principi della professione non furono intaccati dal periodo della contestazione; con i decenni sucessivi ci fu una ripresa della produzione teorica e delle sperimentazioni sul campo.
Nascita e sviluppo in Italia
Negli anni ’20, a Milano nasce l’Istituto Italiano di Assistenza Sociale in cui operano enti chiamati "segreterie sociali", con lo scopo di facilitare ai lavoratori l’accesso alle opere sociali. Padina Tarugi viene ricordata come una pioniera del servizio sociale italiano; ad essa viene riconosciuto il merito di aver favorito la fondazione della prima scuola di servizio sociale (Roma, 1928), che risentirà però a livello di impostazione del clima del tempo.
Nel 1944 a Milano il sacerdote don Paolo Liggeri e l’assistente sociale francese Odile Vallil danno avvio alla prima scuola per la preparazione di assistenti sociali e ciò segna l’effettiva nascita del servizio sociale in Italia.
Il Convegno degli studi di Tremezzo (Como) svoltosi dal 16 settembre al 6 ottobre del 1946 segna in maniera definitiva che nel contesto italiano vi fu un fermento generale per il riconoscimento di tale professione; l’ideazione e l’ effettiva creazione del CEPAS di Roma e della Scuola UNSAS di Milano sono da collocarsi proprio a Tremezzo.
Così, tra il 1945 e il 1949 nacquero sette scuole di servizio sociale, con il sostegno di privati e dell’A.A.I., diffondendosi poi in tutto il Paese. Dal 1946, numerose scuole si riunirono nei gruppi E.N.S.I.S.S., U.N.S.A.S. e O.N.A.R.M.O. per due motivi: per sostenersi nell’impostazione didattica e negli scambi culturali; per unirsi in base alla specifica impostazione filosofico - religiosa ( gli unici però a dare alla formazione degli assistenti sociali un’impostazione religiosa saranno i gruppi dell’O.N.A.R.M.O.).
Situazione attuale:
1987 | Riconoscimento giuridico del titolo di assistente sociale; abilitazione del diploma di assistente sociale. |
1993 | Ordinamento della professione di assistente sociale e istituzione dell’Albo professionale. |
1996 | Insediamento del primo Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali. |
1998 | Emanazione del codice deontologico; istituzione dei corsi di laurea sperimentale di S.S. presso l’Università di Trieste e la L.U.M.S.A. di Roma. |
2000 | Istituzione del corso di laurea in Scienze del Servizio Sociale e della laurea specialistica, con successiva istituzione delle sezioni assistenti sociali specialisti e assistenti sociali nell’Albo professionale dell’Ordine (2001). |