La cultura del terzo settore
Le motivazioni e i valori culturali del terzo settore sono generalmente quelli di andare incontro ai bisogni dell’altro attraverso aiuti che siano concreti e il più possibile relazionati intersoggettivamente. Altruismo, dono, solidarietà, fiducia, reciprocità, attenzione alla persona umana sono in via generale le motivazioni e i valori ai quali si aspira l’azione.
La cultura del terzo settore spazia, dentro tutte le relazioni che stanno fra il profitto e il non profitto, fra l’inter-soggettività dei cittadini e le azioni dello Stato, non è qualcosa di avulso da tutto ciò. Anche chi esalta la natura disinteressata di puro dono e di totale gratuità del terzo settore deve alla fine prendere atto che:
- il terzo settore è un campo di attività che spesso serve per entrare nel mondo professionale;
- ha bisogno di una certa sua calcolabilità (tanto più che usa denaro e altri mezzi di mercato);
- ha bisogno di adeguarsi a norme di legge (condizioni poste dallo Stato).
In breve, il terzo settore non può essere identificato tout court con isole di marginalità quali possono essere le azioni di compassione, di beneficenza, di assistenza, in parte casuali al bisognoso, con qualche senso di missionarietà, e così via, benché ovviamente tutte queste azioni siano molto meritorie. La cultura del terzo settore aspira piuttosto a combinare le motivazioni ideali con forme d’intervento efficaci, dotate di stabilità, rispondenti anche per la loro relazionalità a bisogni sociali non occasionali, ma profondamente radicati nel tessuto sociale. Ed è qui che la cultura del terzo settore si protende verso quella che siamo soliti chiamare "cultura della cittadinanza".
- Introduzione
- Contesto storico di riferimento
- Nascita e sviluppo dello "Stato del benessere"
- La tradizione volontaria
- Il volontariato: una nuova area culturale
- Il terzo settore
- La Composizione del Terzo settore in Italia: Tipologia delle organizzazioni.
- Il confronto
- Spunti di riflessione
- Bibliografia