La tradizione volontaria
Il volontariato in Italia ha tre grandi tradizioni:
- un’ecclesiale e cattolica, legata all’opera di evangelizzazione della Chiesa e tuttora molto viva;
- accanto a questa, si sviluppa fin dall’ottocento anche un’intensa attività di volontariato di tradizione operaia e socialista che, non ottenendo però dal suo partito adeguato sostegno, si è gradatamente svuotata di contenuti e di operatività, fino a manifestare una notevole regressione;
- infine, una tradizione liberale molto ricca, ma successivamente scomparsa anch’essa.
Il Concilio Vaticano II° indetto da Giovanni XXIII° con il suo pontificato e i movimenti del ’68 mutò profondamente le radici dell’impegno del volontariato che sottolineò da allora con convinzione sempre crescente la centralità dell’uomo, la ricerca di una diversa qualità della vita, una forte spinta antiburocratica: non intendendo più tutto questo solo come oggetto di affermazione o rivendicazione di diritti ma come assunzione di responsabilità in prima persona come partecipazione che diventa effettiva corresponsabilità: l’attivazione positiva, si può dire, di quanto il 68 aveva proposto a livello di principi, ma che era poi degenerato nelle regole operative.
Nel volontariato si ritrovano negli anni settanta, gruppi e organismi di matrice cattolica, d’ispirazione cristiana: quantitativamente più numerosi; organismi e gruppi di matrice laica che comprendono sia la tradizione della solidarietà laicistica, come le Pubbliche Assistenze, la Federazione nazionale delle Associazioni di pubblica assistenza e soccorso, presente in modo molto attivo su tutto il territorio, sia iniziative come la Croce verde e la Croce bianca e anche tutta quell’area del laicato Cristiano che non ritiene però opportuna una dipendenza di carattere istituzionale e gerarchico dalla Chiesa.
All’interno di questa tendenza nasce nel 1978 nasce il Movimento di volontariato Italiano, che si definisce appunto nella scelta di impegnarsi affianco e insieme a qualsiasi cittadino credente e non, ma disponibile al servizio dell’uomo: nel mondo del volontariato è inoltre molto viva la collaborazione tra il laico cristiano e il non cristiano. In questo periodo e intorno a queste esperienze nasce la prima definizione del volontario e del volontariato elaborata a Napoli in un convegno promosso dalla Caritas e adottato sperimentalmente: il volontario è un cittadino che adempiuti i suoi doveri di Stato (famiglia, professione, ecc.) pone se stesso a gratuita disposizione della comunità. E gli impegni e le sue capacità, i mezzi che possiede, il suo tempo con risposta creativa ai bisogni emergenti, prioritariamente dai cittadini del suo territorio; ciò attraverso un impegno continuo di preparazione, di servizio e d’intervento a livello individuale o preferibilmente di gruppo, evitando ogni inutile parallelismo con le attività dello Stato.
- Introduzione
- Contesto storico di riferimento
- Nascita e sviluppo dello "Stato del benessere"
- La tradizione volontaria
- Il volontariato: una nuova area culturale
- Il terzo settore
- La Composizione del Terzo settore in Italia: Tipologia delle organizzazioni.
- Il confronto
- Spunti di riflessione
- Bibliografia