Spunti di riflessione sul volontariato e il terzo settore
Alla luce dei possibili interventi di disciplina e regolamentazione del terzo settore, inseriti all’interno dell’attuale programma politico, e di alcune dinamiche che investono l’articolazione interna del volontariato, è possibile trarre alcune riflessioni conclusive.
La modifica del titolo V° della Costituzione, introducendo nel nostro ordinamento giuridico il principio di sussidiarietà, che riconosce una nuova legittimità politica ai corpi sociali intermedi, ha aperto le porte a nuove ipotesi d’intervento da parte del legislatore per la regolamentazione del terzo settore.
In tutto questo contesto, stanno prendendo corpo iniziative di riforma della L. n.266/91 e si è avviato l’iter di approvazione di un disegno di legge governativo che istituisce l’impresa "sociale" (Colozzi). In riferimento alla specificità del volontariato non può che suscitare forti perplessità qualsiasi progetto volto a disciplinare in modo unico le diverse componenti del terzo settore o a promuovere le componenti più imprenditoriali e professionalizzate.
Ogni tentativo in questa direzione rischia di innescare processi isomorfici, che trasformerebbero le organizzazioni di volontariato in qualcos’altro, oppure di marginalizzare il volontariato a un ruolo puramente simbolico, negando a tali soggetti di poter intervenire attivamente nella definizione e gestione delle politiche sociali. In effetti, il volontariato, scarsamente rilevante sia sul piano occupazionale che sotto il profilo della ricchezza prodotta, mal si presta ad essere inquadrato in una chiave prettamente economicistica.
Infine, destano preoccupazione le tendenze evolutive delle dimensioni strutturali del fenomeno.
Negli ultimi anni la dimensione delle organizzazioni di volontariato si è andata riducendo, e al contempo si sono allargate le maglie del network interorganizzativo, con la diminuzione delle affiliazioni a gruppi organizzati più ampi.
In altri termini il volontariato diviene sempre più frammentato e segmentato al suo interno.
Queste dinamiche da un lato mettendo in luce gli elementi particolaristici del volontariato: la difficoltà di condividere una progettualità comune e di pensarsi come un soggetto collettivo al di sopra della singola appartenenza.
La mancanza di una fitta rete di comunicazione, di coordinamento e di scambio di risorse tra le organizzazioni, dall’altro, rende il volontariato più vulnerabile rispetto alle pressioni dell’ambiente esterno e meno in grado di intervenire in misura incisiva sui processi decisionali.
- Introduzione
- Contesto storico di riferimento
- Nascita e sviluppo dello "Stato del benessere"
- La tradizione volontaria
- Il volontariato: una nuova area culturale
- Il terzo settore
- La Composizione del Terzo settore in Italia: Tipologia delle organizzazioni.
- Il confronto
- Spunti di riflessione
- Bibliografia