Questo sito utilizza diversi tipi di cookie, sia tecnici sia quelli di profilazione di terze parti, per analisi interne e per inviarti pubblicità in linea con le tue preferenze manifestate nell'ambito della navigazione.
Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca qui.
Se chiudi questo banner o prosegui la navigazione acconsenti all'uso di tutti cookie.

| |

Mettete un segnalibro a questa risorsa! (è sufficiente andare sul logo per vedere il nome del servizio):


BlinkList: AssistentiSociali.org Blogger: AssistentiSociali.org Bloggers: AssistentiSociali.org Blogrolling: AssistentiSociali.org co.mments: AssistentiSociali.org Connotea: AssistentiSociali.org
Del.icio.us: AssistentiSociali.org De.lirio.us: AssistentiSociali.org Digg: AssistentiSociali.org Furl: AssistentiSociali.org Google: AssistentiSociali.org LinkaGoGo: AssistentiSociali.org
Ask Italia: AssistentiSociali.org YahooMyWeb: AssistentiSociali.org Ma.gnolia: AssistentiSociali.org Onlywire: AssistentiSociali.org Segnalo: AssistentiSociali.org Smarking: AssistentiSociali.org
Slashdot: AssistentiSociali.org Taggly: AssistentiSociali.org Technorati: AssistentiSociali.org Windows Live: AssistentiSociali.org Facebook: AssistentiSociali.org

Una nuova risorsa per gli assistenti sociali: una raccolta di siti selezionati, legati al mondo del sociale e divisi per categoria.

SocialDIR
Segnala gratis il tuo sito!

Scopri come seguendo questo link »
petizione per la tutela dell'immagine pubblica degli assistenti sociali

AssistentiSociali.org si fa promotore della petizione per la tutela dell'immagine pubblica degli assistenti sociali. Invitiamo tutti gli ospiti del sito a visitare la sezione relativa seguendo questo link.


Partner

I.T.A. Solution

Licenza del sito

Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.5 License.

Questo sito adotta la Creative Commons License, salvo dove espressamente specificato. Per maggiori informazioni consulta la pagina Copyright.

NEWSLETTER

Ultimi inserimenti nel Blog

Ultimi inserimenti nel Forum

Libri di servizio sociale

RSS

Ricerca sul web

Novità, Avvisi, Utilità

Per un servizio sociale trasformativo: approccio dell’agency e narrazione

La necessità di uno scarto paradigmatico: l’approccio discorsivo

Per rispondere a queste due domande cruciali in modo soddisfacente e che permetta una ricaduta sull’operatività è necessario innanzitutto produrre un "scarto" paradigmatico. È necessario distogliersi dal modello clinico (mutuato dalle così dette "professioni forti"), che ancorché improprio e non efficace nel servizio sociale - e tanto più quanto questo si distolga dal modello centrato sui bisogni e si orienta all’agency - è spesso adottato per fronteggiare l’assenza di formalizzazioni congruenti. Si tratta di produrre una svolta linguistica (rhetorical turn) distogliendosi dal paradigma meccanicista (causa-effetto/legame empirico-fattuale) proprio del modello clinico, con il suo sguardo retrospettivo legato al processo metodologico della anamnesi, diagnosi, terapia, prognosi e monitoraggio, per collocarsi francamente nel paradigma dialogico-discorsivo (produzione di discorsi/legame retorico-argomentativo/modello narrativistico). Si tratta di assumere in modo netto il presupposto che abbiamo a che fare non con "fatti", ma con narrazioni costruttive di questi22, con dichiarazioni discorsive di intenzioni e di giustificazioni dell’azione, ovvero con persone che sono innanzitutto attori sociali, ovvero competenti per l’azione. Abbiamo a che fare non con "disagi", "bisogni", "risorse" oggettivamente date, quasi che si trattasse di "enti" nell’ambito di un realismo ontologico, bensì con costruzioni discorsive nell’ambito di un realismo concettuale, che generano azioni intese a «dare origine a qualcosa di nuovo» (Arendt 1998). Già W. I. Thomas aveva riassunto la particolarità delle scienze sociali, con il suo teorema per il quale
«Se gli uomini definiscono certe situazioni come reali, esse sono reali nelle loro conseguenze» (in Merton 1968, 765-766).

I repertori comportamentali sono generati dai resoconti che la persona si è venuta costruendo relativamente alla data situazione in cui si ritrova ad agire (definizione della situazione). Ne consegue che per la comprensione dell’agire sociale e per il suo cambiamento - più che la conoscenza dei «dati reali» di una situazione - è di importanza cruciale la conoscenza delle «credenze» e delle «convinzioni» (teorie personali) in base alle quali un certo aspetto viene ritenuto reale dagli individui presenti nella situazione medesima:
«Spesso in questo strano lavoro, è il sapere dell’altro che ci mette in grado di aiutarlo, scoprendo, grazie a loro, altre configurazioni dell’esistenza» (Salvini 2006, 9).

Sono tali rappresentazioni discorsive a generare gli atteggiamenti e le azioni, ovvero il processo attraverso cui viene costruito il «senso comune»; il professionista è competente proprio in quanto è esperto circa il processo di costruzione del «senso comune». L’intervento professionale quindi si colloca proprio in quel paradigma dialogico-discorsivo di cui scriveva Mulazzini («...la sua arma principale è soprattutto il dialogo con gli assistiti») che costituisce la natura specifica delle pratiche di servizio sociale e dei servizi in cui esso opera: in essi si scambiano non oggetti, denaro o altro ma costruzioni di senso attraverso pratiche discorsive. L’attenzione alle teorie personali che gli utenti portano nel rapporto di consulenza sostanzia quanto scrive Folgheraiter che definisce il lavoro sociale come una iper-professione (1998), ovvero una professione che per essere efficace e rispondere alla sua mission deve coniugare competenze esperte del professionista con quelle esperienziali degli utenti, originando una sorta di "reciprocità cognitiva" (Colaianni 2004) che ridefinisce la asimmetria propria della relazione di aiuto verso una comune esplorazione in cui utente e operatore sono isomorfi almeno per un aspetto: entrambi non sanno un gran che di quanto l’evento inedito ha originato e di quale sia l’azione efficace da generare per un fronteggiamento utile. L’adozione del "non-so" metodologico, della "resa" (Wolff 1964 e 1976) a cui segue la "cattura" della situazione, rappresenta la trasposizione operativa dell’apertura alla generazione delle soluzioni, piuttosto che alla chiusura nella coerenza del problema.



A cura di:
Luigi Colaianni
Creation date : 2007-11-13 - Last updated : 2009-12-18

Spazio libero per la tua pubblicità,
contattaci »